domenica 26 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 7

Ciao a tutti e benvenuti a quello che è l'ultimo appuntamento di questo mese con il nostro tema della consapevolezza.
Ormai è un mese che stiamo ragionando insieme su questo e vi ringrazio.

Volevo concludere soltanto facendo un breve punto della situazione ed anticipando quello che sarà il prossimo tema di cui voglio parlare.

Per chiudere il discorso mi piacerebbe riflettere sul fatto che consapevolezza è qualcosa che non possiamo toccare, ma dobbiamo sentire. Credo che questo sia fondamentale dal momento che siamo sempre orientati a cerca qualcosa che rimanga nelle nostre mani, quando invece, certe cose, restano dentro di noi come esperienza.

Tutto il discorso che è stato fatto in questo mese a partire dall'analisi della nascita, diverse teorie sul suo effetto ed un'analisi abbastanza approfondita su quella che è la sua essenza ci ha portati a dire che consapevolezza è una di quelle parole che va rivista nell'ottica del cambiamento del punto di vista.

Questa come tante altre che vedremo da qui a spero molto tempo.

Spero di essere riuscito a darvi un'idea nuova e più o meno chiara di quello che è il mio parere in merito!

Adesso proviamo con un altra parola. Condivisione.

A mercoledì.

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martedì 21 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 6

Stiamo velocemente arrivando alla parte finale di questo primo affondo sulla consapevolezza.
Ho voluto iniziare con questa perché penso che tutto parta da lì. Non possiamo prescindere da quella se stiamo cercando di raggiungere la felicità in qualunque sua forma.

Mi ricordo che è davvero passato un sacco di tempo da quando mi sono fatto per la prima quella domanda che mi ha portato oggi a fare tutto questo che state leggendo, ma meno male che è arrivato quel momento e che è arrivato in quel preciso istante.
Quando parlo di consapevolezza mi vengono in mente un sacco di cose, se do ascolto a quanto sento mi arriva la rabbia, ma anche la pace, la gioia, ma anche la tristezza.
Insomma, apparentemente una gran confusione.

Quello che sto cercando di passare a chi è che la consapevolezza passa da qualcosa che possiamo ben individuare e che possiamo riconoscere.
Consapevolezza può essere il primo passo per la felicita?

Penso di si.

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lunedì 20 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 5

Eccomi qui come al solito a ragionare di cose che farebbero venire mal di testa ai più, ma non posso proprio farci nulla.
È da tantissimo che mi chiedo cosa sia questa consapevolezza e che mi chiedo come si manifesti nel dettaglio e sono arrivato a scrivere che passa senza quasi che ce ne accorgiamo.

Sapete perché lo scrivo? 

È molto semplice. Perché molti di noi sono più belli di quanto credono.
Molti di noi sono più umani di quanto credono ed anche se ci sentiamo delle specie di extraterrestri dobbiamo sapere che quello è il momento in cui sta succedendo qualcosa. Quello è il momento in cui dobbiamo renderci conto che, forse, la consapevolezza sta arrivando.

Molte persone si lasciano andare dicendo che stanno impazzendo o chissà cosa quando invece dovrebbero ascoltare quello che succede perché il cambiamento arriva da condizioni differenti!

Consapevolezza è cambiamento! È cuore, cervello e corpo che subiscono una variazione.

Ascoltateli! Siete più belli di quanto credete. 

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mercoledì 15 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 4

Fino ad ora abbiamo visto cos’è la consapevolezza, dove nasce (anche se le più diverse teorie sono assolutamente ben accette e vi invito a farmele notare) ed ora mi piacerebbe capire dove si manifesta.

Sempre partendo dalla mia teoria che sto proponendo e che sto affrontando post dopo post, posso affermare che la consapevolezza agisce nella pancia ed, in generale, agisce in tutto il corpo.
Come Carolina dice, lei che in questo periodo mi anticipa e che coinvolgo con piacere, non sono convinto che nasca nella pancia, ma piuttosto direi che nel corpo trova la sua manifestazione piena.

Posso affermare con buona certezza (che arriva semplicemente da mia esperienza personale) che nasce nel cuore dove nascono le sensazioni che proviamo dopo e che si manifesta in generale nel corpo perché la consapevolezza di situazioni diverse, provoca effetti diversi in diverse parti del corpo.
Quello che si sente nello stomaco, nella schiena o sul collo come rigidità o rilassatezza non è la consapevolezza, ma la sensazione che provoca.
Quello che sentiamo è conseguenza e come tale va considerata.

Credo che sia importante questa distinzione in quanto c’è il concreto rischio di confondersi.

Io sto cercando di dare un ordine a qualcosa che non ha neanche una sostanza, ma che ci capita di vivere spesso.
È una sensazione che nasce dal cuore perché è la prima cosa che cambia di stato nel momento in cui sta per arrivare e produce effetti nel corpo che la vive.

Non possiamo qualificarla perché non possiamo fermarla ed inquadrarla. Passa rapidissima e lascia effetti che ci fanno capire di averla provata. La definisco come sensazione perché è ciò che maggiormente ci si avvicina, ma quello che deve essere chiaro è che l’unica cosa che ci rimane di quella è la sensazione che provoca prima di arrivare e dopo il suo arrivo.
Dobbiamo essere bravi nel riconoscerla.




lunedì 13 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 3

Come è ormai venuto fuori, e ringrazio Carolina che lo ha detto in maniera molto chiara, quando arriva al cervello non è più consapevolezza.
Mi spiego facendo una domanda, che è la seguente:
avete mai pensato che il cuore possa essere uno strumento di produzione?
Voglio dire che le sensazioni nascono nel cuore e producono quelle reazioni del corpo che ricorda e le va a cercare. In questo senso parlo del cuore come strumento di produzione, perché il cervello si limita a registrare il dato e ad elaborarlo.

Se diciamo che la consapevolezza nasce dal cuore diciamo qualcosa di sbagliato?
Se consideriamo il cuore come la struttura produttrice di sensazioni siamo tanto lontani dalla realtà?

Io sono convinto che dobbiamo riclassificare tutti i nostri strumenti perché ci è stato insegnato “male” ad usarli. Ci è stato insegnato che il cuore serve a ed il cervello serve a..
Ma credo che manchi un passaggio, un passaggio importante. Cuore e cervello producono cose diverse e bisogna capire per bene cosa producono per poterli usare al meglio.


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mercoledì 8 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 2

Quello che mi viene in mente quando parliamo di consapevolezza è che stiamo parlando di una sensazione, di qualcosa che nasce dentro di noi e che noi abbiamo, ad un certo punto, come un dato di fatto.
Voglio dire che consapevolezza, nel mio modo di vedere, è qualcosa che ad un certo punto ci accorgiamo di avere e chi dà coraggio per fare finalmente qualcosa.

Mi piacerebbe indagare cosa sta prima del momento in cui ci accorgiamo di essere consapevoli, cosa succede nel mentre e cosa ci può portare su quella strada in modo da non arrivare soltanto ad un punto in cui, se siamo fortunati, ci accorgiamo di essere consapevoli, ma per poter ricercare ed individuare la strada che ci porta alla consapevolezza per poterlo diventare autonomamente.

Credo, anzi sono abbastanza sicuro che consapevolezza nasca nel cuore e venga elaborata come dato dal cervello.

Ma cosa succede nel mezzo?


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lunedì 6 febbraio 2017

CONSAPEVOLEZZA 1

In questo periodo iniziale ci siamo fermati a discutere e ragionare su argomenti differenti, abbiamo chiuso un cerchio che mi interessava affrontare subito, abbiamo ascoltato le idee di chi ha deciso di scrivere su queste pagine e direi che abbiamo iniziato a conoscerci in maniera decisamente più approfondita.
A questo punto, pero, voglio scendere un po’ di più nei dettagli ed affrontare il primo tema che mi impegnerà per tutto il mese perché già, di tutto il mese si tratta. Mi piacerebbe coinvolgervi in un percorso che affronterà temi differenti ogni mese.

Dal titolo del post avrete sicuramente capito che il primo che affronteremo sarà la consapevolezza.

Come al solito parto da una domanda molto semplice.

Cos’è la consapevolezza? Come viene categorizzata dalle persone? Dove nasce la consapevolezza? Come posso essere sicuro di averla raggiunta ammesso che si possa?

Parto già con delle domande anche se so che qualcuno vorrebbe da me delle risposte, ma ho prima bisogno di capire altri punti di vista perché voglio ragionare insieme a voi.





mercoledì 1 febbraio 2017

BREVE RIFLESSIONE ESISTENZIALE - MARTINA BOCHICCHIO

Ciao a tutti!
Come promesso ecco il primo scritto NON MIO che viene pubblicato su questo blog! E, sinceramente, spero che non sia l'ultimo.
Ringrazio Martina che mi ha fatto questo bellissimo regalo e vi lascio alla lettura.

"La felicità è un qualcosa di intangibile ed astratto che non si può ben definire, è forse una sensazione a cui ambiamo ardentemente, è un perpetuo obiettivo da raggiungere, un fine che spesso non sappiamo dove realmente ci condurrà.
Come ci insegna Bauman “l’evoluzione è stata verso un’esperienza della felicità legata direttamente al piano della vita quotidiana, che nella contemporaneità ha indebolito l’idea della felicità come obiettivo. A ciò si lega anche la parallela evoluzione del concetto di desiderio. Ora non ci si ferma soddisfatti, e felici, quando un nostro desiderio si realizza. Piuttosto, ci si spinge subito a desiderare qualcos’altro che ci possa soddisfare in maniera migliore. Desideriamo il desiderio più che la realizzazione di esso. Quest’atteggiamento dà luogo a una catena tendenzialmente infinita di frustrazioni e insoddisfazioni”.
Questo concetto ci viene inculcato continuamente dalla società in cui viviamo e dai suoi schemi, è davvero difficile slegarsene. La vita frenetica di oggi non ci dà spazio per fermarci e riflettere su cosa sia realmente importante. E’ una continua lotta per la sopravvivenza, per restare al passo con i tempi per non restare schiacciati da quella che è la gigantesca e paurosa macchina del sistema che muove ogni cosa facente parte di questa società. Siamo tanto presi dal non restare indietro che spesso ci dimentichiamo cosa significa davvero vivere.
Io credo che uno dei problemi fondamentali è che spesso siamo impassibili o siamo semplicemente troppo disinteressati dal guardare le cose belle che ci circondano perché troppo presi da mille preoccupazioni che ci affliggono tutti i giorni, non siamo più in grado di sorprenderci. La felicità ci può sembrare spesso solo un’utopia in questa vita di continui alti e bassi, dove tutto sembra perennemente sospeso in equilibrio su una corda di sensazioni ed umori instabili, ma io credo che il bello della vita sia proprio questo.
In una calda giornata primaverile non vediamo l’ora che arrivi l’estate, che ci dimentichiamo del grigio freddo infernale che l’aveva preceduta. Godersi l’attimo è alla base della felicità, perché spesso il fardello più pesante che ci portiamo sulle spalle ce lo siamo caricati noi stessi. Capito questo le porte della felicità sono aperte a tutti se siamo in grado di vederle. In fin dei conti la felicità è fatta proprio di questo, di piccole cose, che sono proprio quelle a dare colore alla vita.
In un libro che sto leggendo proprio in questi giorni, di Haruki Murakami, il protagonista non è soddisfatto del panino che ha ordinato in un locale e vuole lamentarsene con la cameriera per farsene portare uno migliore. Ma si guarda intorno e vede che agli altri tavoli nessuno sembra insoddisfatto delle pietanze del locale ed allora decide di lasciar perdere perché in fin dei conti “E’ perché abbiamo delle aspettative che si resta delusi”. Con ciò non dico che non bisogna avere aspettative o porsi degli obiettivi, ma dico che non dobbiamo focalizzare la nostra intera esistenza sulla base di queste esigenze.
Riuscire a vedere il bello nelle cose quindi non è semplice, ma bisognerebbe sforzarsi e riflettere maggiormente sulle cose, bisogna tentare di ampliare la nostra percezione sul modo di vedere e quando saremo in grado di sorprenderci anche per le piccole cose e di andare avanti sempre con il sorriso, allora avremo raggiunto il nostro piccolo angolo di felicità interiore.
Quindi per me la felicità non è altro che il riuscire ad apprezzare tutto quello che la vita ha in servo per noi, non bisogna mai lasciarsi abbattere o sentirsi sconfitti, perché la vita è solo una e siamo noi gli artefici in grado di cambiarla per renderla il più spettacolare possibile."

Martina Bochicchio

consulenza.orientamente@gmail.com